Musica, la piattaforma per finanziare i tuoi cantanti preferiti
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Nel maggio 2006, Stoccolma era l’improbabile prima linea nella battaglia per il futuro dell’industria musicale. La polizia della città fece irruzione nella sede del sito di file-sharing The Pirate Bay, sequestrandone i server e chiudendo temporaneamente l’attività dell’azienda a livello mondiale. Dall’altra parte della città, un giovane imprenditore chiamato Daniel Ek stava per lanciare Spotify.

Fu un punto di svolta, come racconta Mattias Tengblad, ex musicista che all’epoca aveva appena assunto la direzione commerciale di Universal Music in Svezia: “Il settore stava andando a rotoli. C’erano politici che difendevano i giovani che usavano The Pirate Bay e si pensava che l’industria nella sua forma attuale fosse finita. Ma in pochissimo tempo Spotify aveva un milione di abbonati. In pochi anni, aveva 2 milioni di utenti in Svezia, su una gente di 9 milioni”.

Un nuovo modello

Ma se un tempo Spotify era la soluzione, oggi è il problema. Nel luglio 2022, l’Autorità britannica per la concorrenza e i mercati (Cma) ha riferito che gli artisti con un milione di stream mensili su Spotify guadagnavano meno di 14mila euro l’anno una volta detratti gli oneri delle grandi etichette discografiche. Lo standard attuale garantisce agli artisti un controllo limitato sulle modalità e le tempistiche di pubblicazione della loro musica, obbligandoli allo stesso tempo di fare molta promozione, necessaria per emergere tra le 70mila nuove uscite che arrivano su Spotify ogni giorno. La cantante Halsey ha pubblicamente denunciato la sua dimora discografica per aver bloccato la pubblicazione di nuovi brani: “Ho venduto oltre 165 milioni di dischi. La mia dimora discografica dice che non posso pubblicare nulla se non fingo un momento virale su TikTok.

Tengblad – che in passato è stato in tournée con una band di medio successo, i Kosmic – spera che la Svezia possa avere ancora una volta la soluzione. Oggi è cofondatore e amministratore delegato di Corite, una piattaforma che consente agli artisti di finanziare in crowdfunding le nuove uscite. I fan ottengono una piccola quota dei profitti di ogni brano, mentre gli artisti mantengono il controllo creativo e hanno una fetta più grande dei profitti generati dalle vendite e dagli streaming. Corite prende una quota del 5 %. “Per essere scritturati, bisogna avere circa un milione di stream al mese ed essere molto presenti sui social ma a quel punto, perché non vedere se si possono fare soldi da soli? Hai già la comunità, la piattaforma e l’attrattiva: è qui che Corite entra in gioco”, racconta Tengblad.

Tengblad ha co-fondato la società nel 2019 insieme a Emil Angervall, un veterano del settore con cui lavora a stretto contatto da vent’anni. Tra gli artisti che sono passati a Corite da etichette più importanti c’è il dj Alan Walker, uno dei 100 artisti più streammati di tutti i tempi su Spotify. Su Corite, Walker ha raccolto 25mila dollari per finanziare in crowdfunding il suo recente singolo Unity, che è stato ascoltato in streaming più di 4,1 milioni di volte nel primo mese di uscita. La speranza è che il brano raccolga circa 7,3 milioni di euro nei prossimi cinque anni, dice Tengblad, dando ai primi investitori un ritorno dalle cinque alle dieci volte superiore al loro investimento iniziale.



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di Andy Jones www.wired.it 2023-07-10 04:30:00 ,

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